SCOTT WEILAND: un altro eroe del Grunge se ne va

Risale a poche ore fa la notizia della morte di Scott Weiland, ex frontman di STONE TEMPLE PILOTS e VELVET REVOLVER.

48 anni e una vita tormentata che si sono interrotti la scorsa notte, poco prima di esibirsi a Bloomington, Minnesota, con la sua attuale band, Scott Weiland & the Wildabouts. Il concerto alla Medina Ballroom è stato cancellato subito dopo il ritrovamento del corpo, privo di vita, nel tour bus della band.

Una vita travagliata quella di Scott, il quale a partire dagli anni ’90 ha dovuto combattere contro demoni come l’eroina, che gli ha causato guai con la giustizia e che non è mai riuscito a sconfiggere completamente. Poco tempo fa, il cantante stesso aveva ammesso inoltre quanto il suo entusiasmo per la vita on the road fosse drasticamente diminuito.

“Una volta avevamo budget per il marketing di un paio di milioni di dollari, ora abbiamo 75.000 dollari. Devi passare un sacco di tempo in tour per compensare la perdita di guadagno dalla mancata vendita dei dischi” spiegò al South Detroit Soundhouse, a Novembre.

“Non mi piace più come quando avevo venti anni. Sono felicemente sposato e mi pesa non vedere i miei figli. Mia moglie mi viene a trovare in tour per una settimana o due alla volta. Questo è un lungo tour di nove settimane, mi manca molto.”

Weiland aveva inoltre confermato che il tour non si sarebbe fermato nell’anno venturo, ma che un nuovo album che facesse seguito a “Blaster”, sarebbe stato pubblicato presto.
Si vociferava anche di un possibile ritorno nel 2017 negli STONE TEMPLE PILOTS, band da cui era stato cacciato a causa di tensioni durante la registrazione dell’album omonimo.

“Penso che aspettare ancora un pochino sia la cosa migliore” aveva dichiarato Scott.

Lasciamo che le acque si calmino del tutto, prima che accada. Ci vorrà un annetto. Penso che sarebbe bello farlo, in futuro.”

Intanto alle 7 di questa mattina, la notizia è stata confermata dal canale dell’artista oltre che da Dave Navarro (JANE’S ADDICTION) via Twitter: “Ho appena saputo che il nostro amico Scott Weiland è morto. Sono devastato, penso alla sua famiglia stanotte.”

Se ne va così uno delle ultimi eroi del Grunge che, con la band californiana, si era insidiato all’inizio della sua carriera a Seattle, patria di band del calibro di NIRVANA e ALICE IN CHAINS i cui leader (Kurt Cobain e Layne Staley) sono anch’essi prematuramente scomparsi. Con il suo “atteggiamento autodistruttivo”, come lo aveva definito lo stesso Slash, ex GUNS N’ ROSES e compagno di band del cantante nei VELVET REVOLVER, aveva fatto strada ma aveva anche passato il segno diverse volte, al punto di farsi cacciare da gruppi i cui membri avevano anch’essi sperimentato gravi dipendenze (N.d.R. Duff McKagan, Slash, Jeremy Brown).
La causa della morte, avvenuta nel sonno, è ancora sconosciuta. Si attende quindi l’autopsia.

Qui potete leggere i messaggi che hanno lasciato altre star del rock e del metal, dopo la notizia della morte di Weiland.

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Giulia Rettaroli nasce nel 1996, milanese doc, e si diploma perito turistico appassionandosi sin da subito a lingue e culture straniere. Allo studio si affiancano naturalmente la passione per il cinema (sci-fi e classici del genere horror in primis) e per la musica. Dischi, biografie, documentari, vecchi numeri di Melody Maker e Rolling Stone trovano posto tra chitarra e amplificatore e si moltiplicano negli anni alla scoperta del sound di artisti come Led Zeppelin, Black Sabbath, Beatles oltre che di Pink Floyd, Motörhead, Nirvana e via dicendo. Personalità come Frank Zappa e Lester Bangs incidono inoltre fortemente nel suo senso critico. Oggigiorno si diletta nello studio del danese, nel collezionismo di dischi che hanno fatto la storia della musica e, naturalmente, nella scrittura di recensioni et simili.

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