DAVE GROHL

Quale migliore occasione per Dave Grohl di ricordare suo padre con una nuova e struggente storia pubblicata nel suo account Instagram “Dave’s True Stories” e di riflesso riportata in forma ridotta, in un bell’articolo su “The Atlantic”, dal titolo “La mia lettera di fuga da mio padre”.

L’infanzia di Dave Grohl non si può definire infelice, bensì complicata e non del tutto facile.

Nasce a Warren, Ohio, nel 1969 ma poi la famiglia si trasferisce a Springfield in Virginia, quando è ancora piccolissimo.

Ad appena 7 anni i suoi genitori si separano, il ragazzo e la sorella maggiore Lisa crescono troppo in fretta.

La mamma Virginia Hanlon Grohl, insegnante, arriva ad avere ben tre lavori per far vivere dignitosamente i suoi ragazzi.

Grohl ha sempre dichiarato di avere un rapporto bellissimo, decisamente complice con la madre.

Non solo ella lo stimola alla musica sin da piccolissimo e gli regala la prima chitarra all’età di 9 anni, ma è la prima che si arrende di fronte alla scelta di Dave Grohl di abbandonare la scuola all’ètà di 16 anni per diventare un musicista tournista poco più tardi con la band hardcore SCREAM. In quella e molte altre avventure, non mancherà mai di incoraggiarlo e sostenerlo in ogni modo possibile.

Quando gli SCREAM saranno sul punto di sciogliersi alla fine degli anni 80, è lei che compra il biglietto aereo al figlio, in quel momento indigente e bloccato a Los Angeles, per poter sostenere il provino di batterista con i NIRVANAKurt Cobain e Krist Novoselic, a Seattle. Il resto è ormai storia.

 Il rapporto con il padre invece, James Harper Grohl, è molto più complicato e conflittuale.

Questi è un intellettuale, scrittore e giornalista premiato, amante della musica classica nonché ottimo flautista.

James Grohl ha rapporti con la Casa Bianca, scrive discorsi per presidenti e senatori e gli è davvero difficile accettare l’idea di un figlio ribelle ed iperattivo, con scarsi risultati scolastici, dedito alla musica punk rock e alla voglia costante di uscire dagli schemi.

Dice lo stesso Grohl a tal proposito :

“Dopo una infanzia indietro con la scuola e con giudizi che finivano quasi sempre con frasi tipo : “David ha del potenziale, ma il suo comportamento iperattivo che richiama attenzione su di se, sono una costante distrazione per la classe”; era chiaro che non sarei mai diventato il prossimo William Shakespeare (chiedetelo pure ad uno qualsiasi dei miei traumatizzati insegnanti di inglese).” 

L’adolescente Dave non sembra particolarmente impressionato dalla musica sinfonica, quanto ama di più il jazz, adora cantare in macchina le canzoni pop con la mamma ed ha imparato a memoria tutti gli accordi delle canzoni dei Beatles, racchiuse in un libro che per lui è ormai una bibbia.

Poi negli anni 80, arrivano i dischi condivisi con la sorella Lisa : David Bowie, Neil Young, Led Zeppelin, Prince, Tears For Fears, la new wave, solo per citarne alcuni.

Si forma musicalmente passando poi alla batteria, in gruppi scolastici e frequentando diversi club di punk rock ed hardcore del distretto di Washington.

 Sulla sua concezione della musica Dave Grohl afferma :

“Io adoro il caos, le folle che gridano e le bacchette che si rompono contro il rullante. Mi piace gridare a squarcia gola al microfono quando intono le mie canzoni insieme al mio pubblico, ma so che mio padre questo non lo avrebbe mai approvato”.

Neppure di fronte all’evidenza del successo mondiale dei NIRVANA e dopo dei FOO FIGHTERS, James Grohl rimane impressionato.

Quasi stenta a credere che il figlio sia riuscito ad intervistare il presidente Obama in un suo documentario, “Sonic Highways”, prodotto in collaborazione HBO, nel 2014.

Oggi Dave Grohl ricorda suo padre con tenerezza ed ammirazione e gli è grato, nonostante tutto. James è scomparso per via di un cancro nell’agosto del 2014, poco prima della nascita della sua terza figlia Ophelia. Negli ultimi anni i loro rapporti si erano fatti molto più distesi.

Se è vero che tutti noi ereditiamo dei geni, Dave Grohl deve davvero molto ai suoi genitori.

Ultimamente, sviluppando la sua innata passione per la lettura ed ora anche la scrittura, non può non far riferimento al talento del padre James.

La storie che Dave Grohl ci narra, sono essenzialmente autobiografiche. Lo stile non è particolarmente ricercato, in quanto a lui piace essere diretto, insomma mantiene viva la sua  immagine di ragazzo dalla porta accanto.

Il distacco dalle idee più convenzionali del padre non è stato senza lacrime, soprattutto per paura di essere incompreso o addirittura giudicato.

Guai se, quel giorno in cui James portò il figlio a casa con sé nell’intento di farlo studiare, Dave non gli avesse invece scritto quella lettera dove metteva in chiaro cosa realmente volesse fare nella sua vita.

Certo, come dice lui, per un genitore è una difficile pillola da ingoiare, accettare che tuo figlio non si piegherà mai e non vorrà seguire le tue orme.

Dice ancora Grohl di suo padre James :

“Per lui i miei non erano che sogni. Nulla di più che mere illusioni che sarebbero poi scomparse, senza lasciare traccia.

Soprattutto poi per il tipo di musica che avevo scelto di suonare : un rumore battente al di là di ogni convenzione.

Ma questo non faceva alcuna differenza per me, avevo bisogno della musica come l’aria. Come il cibo, come l’acqua. Senza di essa ero un ragazzo come tutti gli altri, che cercava di appartenere a qualcuno”.

“Mio padre lesse la lettera. Sentì le mie parole come un pugno. Il giorno seguente mi chiamò e mi disse: “Non farlo mai più David”. Fortunatamente, non ne ebbi più bisogno, perché da quel momento in poi, lui riconobbe che nel mio cuore sapevo chi ero e chi volevo essere, e che nulla poteva fermarmi nel diventare quella persona.” 

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Marcella D’Amore è artista/pittrice Italiana. Nasce a Roma nel 1965 e si diploma al II Liceo Artistico Statale di Roma nel 1983. Dopo il liceo comincia subito a dipingere, indirizzandosi verso uno stile figurativo paesaggistico. Tra il 1984 ed il 1987 si trasferisce a vivere a Londra ed una volta rientrata a Roma, frequenta le gallerie e i centri culturali della capitale. Dagli anni 90 ai 2000, partecipa a diverse collettive e mostre personali. Durante questo periodo un’altra delle sue passioni, quella per il cinema, cresce con sua grande soddisfazione. Diventa dunque attrice e figurante in film come : ” La Passione di Cristo” di Mel Gibson, “Ocean’s Twelve” di Steven Soderbergh , “Mission Impossible 3” di JJ Abrams , nella serie tv “Roma ” e in un gran numero di fiction e film italiani. Nel 2007 si trasferisce nelle vicinanze di Termoli, Molise. La sua pittura che fino ad allora aveva rappresentato soggetti di giardini inglesi, campagne in fiore, marine con barche a secco, trabocchi; ha una svolta con un cambiamento di stile radicale nel 2011, quando nella sua ambizione di sperimentare nuove tecniche, si orienta verso l’arte astratta sfociando nel simbolismo e nell’informale e soprattutto nella pop art, che sta tuttora sviluppando in un progetto dedicato principalmente al mondo della musica.

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