Chi se lo sarebbe aspettato? In questo anno per i FOO FIGHTERS di pausa, di riflessioni, di progetti solistici anche non prettamente legati al mondo della musica, ecco spunta Taylor Hawkins a sorpresa proponendoci questo simpatico EP dal titolo “KOTA”, pubblicato questo 11 novembre.
Taylor Hawkins non poteva scegliere momento più propenso per questo lavoro proprio ora che finalmente i FOO FIGHTERS ci stanno comunicando date di un presunto tour Europeo, che si articolerà, se non ci sono deviazioni di percorso, nella prossima estate 2017. Durante l’attesa, ce lo gustiamo dunque tutto dal primo all’ultimo brano fino a quando l’intraprendente ed instancabile Hawkins, ci distoglierà nuovamente richiamato ai suoi doveri di batterista della band.
Dico questo perché non si può non pensare ai FOO FIGHTERS ascoltando questo EP ed all’influenza ed il benestare di Dave Grohl, da sempre riconosciuto come l’uomo che maggiormente lo ha influenzato e incoraggiato durante la sua carriera.
Non si tratta in realtà del primo progetto solistico di Hawkins che ha già pubblicato due album: “Taylor Hawkins and the Coattail Riders” (2004) e “The Birds Of Satan” (2014).
Ma nell’ EP sono evidenti altre grandi influenze musicali quali il glam rock ed i QUEEN, gli WHO, i VAN HALEN strizzando l’occhio all’hard rock/boogie rock degli ZZ TOP, ad esempio. Del resto Hawkins non si smentisce rispetto al lavoro fin’ora svolto con la super cover band CHEVY METAL con la quale è noto sia reduce da un fortunato tour statunitense.
Ma Hawkins ha dalla sua parte non solo una voce discreta, ma la capacità di essere un ottimo polistrumentista e se non altro, sembra abbia suonato praticamente tutti gli strumenti in questo EP, anche se ci sono alcune collaborazioni con altri musicisti, che per ora non sono state rese note.
Quindi l’ EP parte alla grande con il primo singolo estratto “Range Rover Bitch”, seguito dal molto glam “Bob Quit His Job” e “Southern Bells” dai toni leggermente oscuri e molto metal per poi sfociare in un rock più distensivo nell’assolo di chitarra.
Nella piacevole “Rudy” si evidenziano le sue nascoste e versatili doti di pianista e tastierista. Atmosfera da primi anni 70 decisamente in “Tokio No No” e molto buono il brano di chiusura “I’ve Got Some Not Being Around You To Do Today” che se pur di grande vicinanza ai QUEEN nei loro tempi migliori, ci propone dei notevoli passaggi di batteria.