“The Teacher” è il nuovo singolo dei FOO FIGHTERS.

È il quarto estratto dal nuovo album “But Here We Are” in uscita il 2 giugno p.v..

All’annuncio del nuovo album poco più di un mese fa e leggendo in anteprima i nomi delle dieci tracce, non si poteva fare a meno di soffermarsi su questo “The Teacher”.

Il pensiero andava immediatamente a Virginia Hanlon Grohl, la defunta madre di Dave, ex insegnante di inglese presso la scuola pubblica, scrittrice, pubblicista e grande appassionata di musica.

Dave Grohl era molto legato a Virginia e chi conosce la storia della sua vita, saprà che questa donna energica e dolcissima ha avuto di certo un ruolo chiave.

Ma non starò qui a ripetermi o a riscrivere già note biografie.

Anche questa volta mi ero illusa che “The Teacher” potesse essere una ballata stile BEATLES che ci raccontasse i ricordi principali di Dave Grohl su Virginia, invece ascolto un bel brano prog rock, molto vicino alla musica psichedelica quasi PINK FLOYD anni 60 ed ancora alla musica new age.

È chiaro ormai che i FOO FIGHTERS stanno andando verso un nuova direzione.

Dopo la piacevole confusione dell’album precedente “Medicine at Midnight”, talvolta hard rock, talvolta disco blues, questo nuovo album non è il successivo esperimento  metal al notevole disco quale “Dream Widow” del 2021 (questo anche nome assunto dalla band per colonna sonora del film “Studio 666”), ma un lavoro decisamente sperimentale che ci dice che il tempo dei giochi è finito.

È il momento della maturità artistica di sei musicisti, di riflessione e dell’amaro distacco con il passato.

Il sorprendente video clip, un mini film diretto da Tony Oursler che accompagna “The Teacher” è pieno di ricordi, di simboli ancora impercettibili.

Tony Oursler, artista multimediale, visionario che tutti particolarmente ricordiamo per la realizzazione del video clip di “Where Are We Now?” di David Bowie (2013).

Photo by Michael Elins

Le immagini si fondono ed assumono quasi la dimensione di un sogno.

Dave Grohl ripercorre la sua vita partendo dalla modestissima casa in Virginia, dove è cresciuto.

Gli alberi, il verde vicino alla casa scenario di tanti giochi da bambino, frammenti da vecchi filmati, i pic nic ed i lunghi viaggi in macchina con la mamma, le battute di caccia e pesca vicino al fiume, la sua scuola e quasi tutte le famose foto un tempo private che abbiamo visto mille volte ancora in documentari, biografie e sul web e che la stessa Virginia aveva contribuito a diffondere.

Le immagini ritagliate di NatePatChrisRami e ora anche Josh Freese (evidenziata la presenza di quest’ultimo a sottolineare la sostituzione di Taylor Hawkins), si intrecciano con quelle di alberi ed ancora alberi, la musica è nel cuore e nell’anima dell’ uomo che è parte integrante della natura rappresentata qui dall’elemento acqua e dalle foreste (ossigeno).

Dave Grohl annichilito dal dolore delle sue perdite non ha più quasi la forza di reagire ma grazie all’aiuto dei suoi compagni d’avventura ritroverà se stesso attraverso la musica.

In questo percorso non vi è una precisa cognizione del tempo che scorre frenetico tra albe e tramonti, orologi che corrono, luoghi visti da ogni parte del mondo.

Il testo è struggente:

“Hey kid what’s the plan for tomorrow?” (“Hey ragazzino quali sono i progetti per domani?”) probabilmente riferito ad una domanda che Virginia faceva spesso a Dave non soltanto durante l’infanzia.

E  “Where will I wake up?” (“Dove mi sveglierò”), già da molto giovane Dave ha molto viaggiato.

La riflessione principale:

“Hurry boy, time won’t wait

The here and the now will separate

There are some things you cannot choose

Soul and spirit moving through”

(“Muoviti ragazzo il tempo non aspetta

Il qui e il questo momento si separeranno

Ci sono alcune cose che non puoi scegliere

L’anima e lo spirito vi passano attraverso”)  

Poi Dave rivolto a Virginia:

“You showed me how to breath, but never showed me how to say goodbye”.

(“Mi hai mostrato come respirare, ma non mi hai mostrato come dire addio”)

Il video si conclude con ancora l’immagine di Dave ritagliata tra gli alberi e lui che dice addio quasi come un urlo di dolore.

Il suo viso stanco e provato non ha bisogno di commenti.

È la prima volta in assoluto che i FOO FIGHTERS condividono un video clip di oltre 10 minuti che diventa un’opera d’arte a sè.

Un esperimento che pochissime band o artisti popolari adottano. 

Tra gli ultimi famosi tentativi oltre a quelli spesso promossi dai THIRTY SECONDS TO MARS mi viene in mente quello di David Bowie nel 2015 con il video anch’esso mini film per promuovere il singolo dall’omonimo album “Blackstar” (durata 10 minuti).

Non dimenticando che David Bowie è sempre stato una fonte di ispirazione per Dave Grohl, praticamente un mentore e uno degli artisti preferiti da Taylor Hawkins.

Opere d’arte si diceva piene di riferimenti e simboli, sempre di grande impatto sul pubblico.

Il nuovo album attesissimo dei FOO FIGHTERS “But Here We Are” sarà davvero diverso come Dave Grohl aveva promesso e come fino ad ora ci ha dimostrato.

Per i fan di tutto il mondo è iniziato il conto alla rovescia, certi che anche questa volta non saranno delusi.

To be continued …

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Marcella D’Amore è artista/pittrice Italiana. Nasce a Roma nel 1965 e si diploma al II Liceo Artistico Statale di Roma nel 1983. Dopo il liceo comincia subito a dipingere, indirizzandosi verso uno stile figurativo paesaggistico. Tra il 1984 ed il 1987 si trasferisce a vivere a Londra ed una volta rientrata a Roma, frequenta le gallerie e i centri culturali della capitale. Dagli anni 90 ai 2000, partecipa a diverse collettive e mostre personali. Durante questo periodo un’altra delle sue passioni, quella per il cinema, cresce con sua grande soddisfazione. Diventa dunque attrice e figurante in film come : ” La Passione di Cristo” di Mel Gibson, “Ocean’s Twelve” di Steven Soderbergh , “Mission Impossible 3” di JJ Abrams , nella serie tv “Roma ” e in un gran numero di fiction e film italiani. Nel 2007 si trasferisce nelle vicinanze di Termoli, Molise. La sua pittura che fino ad allora aveva rappresentato soggetti di giardini inglesi, campagne in fiore, marine con barche a secco, trabocchi; ha una svolta con un cambiamento di stile radicale nel 2011, quando nella sua ambizione di sperimentare nuove tecniche, si orienta verso l’arte astratta sfociando nel simbolismo e nell’informale e soprattutto nella pop art, che sta tuttora sviluppando in un progetto dedicato principalmente al mondo della musica.

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