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Se eravate partiti scettici per l’ascolto di questo nuovo album dei LINKIN PARK, dovrete ricredervi.

“From Zero”, così il titolo dell’attesissimo disco pubblicato il 15 novembre scorso, non delude le aspettative e si classifica come uno dei migliori prodotti di quest’anno.

Certo le polemiche sono state molte soprattutto dai  fan più affezionati e di lunga data della band, una parte della stampa e persino da alcuni parenti stretti di Chester Bennington.

Ma dobbiamo farcene una ragione se i LINKIN PARK hanno deciso di continuare senza neppure pensare di cambiare nome.

La musica non si ferma, lo show deve continuare soprattutto se viene da così talentuosi musicisti.

Ne sono prova il nuovo, eccellente batterista Colin Brittain che sostituisce alla grande lo storico Rob Bourdon.

Che dire poi di Emily Armstrong, la sua voce ha impressionato tutti dal primo momento, portando la band in una dimensione diversa.

Qui abbiamo visto più volte Mike Shinoda parteggiare per lei e più volte sottolineando che Emily è un’artista a se e non intende assolutamente sostituire il mitico Chester.

“From Zero” si sviluppa in soli quasi 32 minuti di ascolto. Ciascuna delle 11 tracce non ha una lunga durata e rimane sotto i quattro minuti.

E’ quasi come se si trattasse di un esperimento arrivando in punta di piedi ma poi esplodendo in ogni canzone.

Brani brevi, dicevamo, ma che aggrediscono l’ascoltatore con la loro energia, per poi lasciarlo a riflettere.

Dopo un breve introduzione  con “From Zero” ecco subito the “Emptiness Machine” : il primo singolo estratto, una canzone che è diventata subito un mito a primo ascolto.

Emily Armstrong rivela subito il suo eccezionale talento e la sua potente e duttile voce.

Passando per la ritmata “Cut The Bridge” e “Heavy Is The Crown” forse il brano che ricorda più di tutti i vecchi LINKIN PARK, arriviamo al terzo singolo pubblicato “Over Each Other”, decisamente uno dei migliori dell’album.

Con “Casualty” e “Overflow” l’album sembra rallentare per un momento per poi riprendersi  decisamente con i tre brani successivi “Two Faced” (il secondo singolo estratto), “Stained” e “IGYEIH” dove Shinoda e la Armstrong danno davvero il meglio di se.

L’album si conclude piacevolmente con “Good Things Go” dove finalmente l’ascoltatore si rilassa ma nello stesso tempo resta desideroso già di un seguito.

A quando il prossimo album?

Abbiamo già assimilato il primo di una nuova era e non vediamo già l’ora di ascoltare il seguito.

Intanto i LINKIN PARK sono già in tour praticamente da dopo fatidico il 5 settembre scorso, quando a sorpresa a Los Angeles abbiamo assistito al loro primo live con le due new entries.

Il tour mondiale è già partito facendo il tutto esaurito per ogni data.

Recentemente abbiamo avuto la notizia che i LINKIN PARK torneranno in Italia per un’unica data il 24 giugno al I-DAYS Festival,  presso l’ippodromo SNAI La Maura di Milano.

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Marcella D’Amore è artista/pittrice Italiana. Nasce a Roma nel 1965 e si diploma al II Liceo Artistico Statale di Roma nel 1983. Dopo il liceo comincia subito a dipingere, indirizzandosi verso uno stile figurativo paesaggistico. Tra il 1984 ed il 1987 si trasferisce a vivere a Londra ed una volta rientrata a Roma, frequenta le gallerie e i centri culturali della capitale. Dagli anni 90 ai 2000, partecipa a diverse collettive e mostre personali. Durante questo periodo un’altra delle sue passioni, quella per il cinema, cresce con sua grande soddisfazione. Diventa dunque attrice e figurante in film come : ” La Passione di Cristo” di Mel Gibson, “Ocean’s Twelve” di Steven Soderbergh , “Mission Impossible 3” di JJ Abrams , nella serie tv “Roma ” e in un gran numero di fiction e film italiani. Nel 2007 si trasferisce nelle vicinanze di Termoli, Molise. La sua pittura che fino ad allora aveva rappresentato soggetti di giardini inglesi, campagne in fiore, marine con barche a secco, trabocchi; ha una svolta con un cambiamento di stile radicale nel 2011, quando nella sua ambizione di sperimentare nuove tecniche, si orienta verso l’arte astratta sfociando nel simbolismo e nell’informale e soprattutto nella pop art, che sta tuttora sviluppando in un progetto dedicato principalmente al mondo della musica.

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