JEFF BECK

Geoffrey Arnold Beck conosciuto come Jeff Beck si è spento all’età di 78 anni per via di una meningite batterica, lo scorso 10 gennaio presso un ospedale dalle parti di Riverhall, Wadhurst, nell’ East Sussex in Inghilterra.

Jeff Beck era una vera e propria leggenda vivente.

Era rispettato ed amato da tutti per la sua gioia di vivere, il suo grande senso dell’umorismo e soprattutto per il suo immenso talento che lo ha reso maestro di molti altri grandi chitarristi a cominciare da Jimmy Page che aveva conosciuto da quando entrambe erano teenager.

Jeff Beck aveva la capacità di rendere unico e mitico qualsiasi pezzo di musica a cui si accostasse, anche il più banale.

Era un Re Mida della chitarra ed era talmente naturale per lui suonare quello strumento che sembrava neppure lo toccasse.

In effetti Beck non usava quasi mai il plettro, tutta la magia usciva esclusivamente delle sue dita e dal cuore.

La chitarra elettrica era stata il  suo primo amore prima ancora dell’acustica e cominciò a suonarla sin dall’età di soli sei anni, emulando i suoi grandi eroi di quel momento Gene Vincent e B.B. King.

Alla fine della scuola si iscrisse alla Wimbledon School Of Art perché voleva essere un artista a tutto tondo.

In breve tempo divenne pittore e decoratore e si divertiva anche a dipingere automobili con colori a spray.

Nel 1965 viene reclutato negli YARDBIRDS in sostituzione di Eric Clapton e sotto raccomandazione dell’amico Jimmy Page. Entra definitivamente nella band nel 1966, prima come bassista e poi come seconda chitarra. Resta mitica l’apparizione a quel tempo degli YARDBIRDS nel film di Michelangelo Antonioni “Blow Up”, dove si dice che fu effettivamente lo stesso Antonioni ad inventare la Swinging London.

Alla dipartita di Syd Barret dai PINK FLOYD nel 1967, come dice Nick Mason nella sua autobiografia, si voleva reclutare Beck per sostituirlo, ma nessuno ebbe il coraggio di chiederglielo.

A Beck fu anche offerta la possibilità di sostituire Brian Jones nei ROLLING STONES nel 1969, ma pur essendo Beck allora come in seguito grande amico di Mick Jagger, la proposta non fu mai concretizzata.

Tutti facevano la corte a Jeff Beck e lui lavorò in seguito con tantissimi artisti. Da David Bowie, a Stevie Wonder, ed ancora Jagger, ancora Jimmy Page, Eric Clapton, Sting, Phil Collins, Donovan, Jon Bon Jovi, Guns’n’Roses, Ronnie Wood, Brian May, David Gilmour, Ozzy Osbourne, METALLICA fino ai giorni nostri e fino al novembre 2022 con Johnny Deep, durante quella che ora è considerata la sua ultima performance dal vivo per la promozione del loro album insieme dal titolo “18”.

Proprio in questi giorni l’attore statunitense legato da anni di profonda amicizia con Beck, ha dichiarato di essere stato uno degli artisti al capezzale del musicista al momento della sua morte, ma per una questione di privacy non ha voluto per ora rivelare i nomi degli altri presenti.

In oltre 50 anni di carriera non sì era mai risparmiato lavorando su qualsiasi genere di musica, collaborando persino con Hans Zimmer per la colonna sonora del film “Days Of Thunder”, rivisitando in una personale interpretazione “Nessun Dorma” di Giacomo Puccini.

Jeff Beck entra nella Hall Of Fame nel 1992, ed è vincitore di ben 8 Grammy Award in 16 nomination in varie categorie, mentre incide 14 album da studio e collabora come session man o guest star  in numerosi altri progetti di altri artisti amici e colleghi.

Tantissimi in questi giorni i messaggi di cordoglio ed i tributi non solo dagli amici e colleghi, ma anche da altri artisti da ogni parte del mondo, che pur non avendolo mai conosciuto personalmente ne riconoscono la grande influenza e peso storico.

Jimmy Page, Brian May, Roger Taylor, Rufus Taylor, Mick Jagger, Ronnie Wood, Paul McCartney, Billie Joel, David Gilmour, i nostri Zucchero e Carlo Verdone, SOUNDGARDEN e Matt Cameron  … tantissimi hanno reso omaggio con un post, un video, una dichiarazione.

Nessuno potrà mai sostituire Jeff Beck e non è retorica dire che ciascuno di noi è un essere unico, lui lo era davvero!

Articolo PrecedenteSTEWART COPELAND: quando i fans superano il proprio idolo
Articolo SuccessivoFOO FIGHTERS: annunciano le nuove date
Marcella D’Amore è artista/pittrice Italiana. Nasce a Roma nel 1965 e si diploma al II Liceo Artistico Statale di Roma nel 1983. Dopo il liceo comincia subito a dipingere, indirizzandosi verso uno stile figurativo paesaggistico. Tra il 1984 ed il 1987 si trasferisce a vivere a Londra ed una volta rientrata a Roma, frequenta le gallerie e i centri culturali della capitale. Dagli anni 90 ai 2000, partecipa a diverse collettive e mostre personali. Durante questo periodo un’altra delle sue passioni, quella per il cinema, cresce con sua grande soddisfazione. Diventa dunque attrice e figurante in film come : ” La Passione di Cristo” di Mel Gibson, “Ocean’s Twelve” di Steven Soderbergh , “Mission Impossible 3” di JJ Abrams , nella serie tv “Roma ” e in un gran numero di fiction e film italiani. Nel 2007 si trasferisce nelle vicinanze di Termoli, Molise. La sua pittura che fino ad allora aveva rappresentato soggetti di giardini inglesi, campagne in fiore, marine con barche a secco, trabocchi; ha una svolta con un cambiamento di stile radicale nel 2011, quando nella sua ambizione di sperimentare nuove tecniche, si orienta verso l’arte astratta sfociando nel simbolismo e nell’informale e soprattutto nella pop art, che sta tuttora sviluppando in un progetto dedicato principalmente al mondo della musica.

Nessun Commento