In questi giorni Robert Plant si trova nel nostro paese per un tour che comprende le città di Bari, Napoli, Roma, Firenze, Trieste, Bologna, Torino, Como, Bolzano, Padova e Brescia a partire dall’8 ottobre fino al 23 ottobre. p.v.
Il tour è abbinato ancora al progetto di natura folk “Saving Grace” (“Grazia Salvifica”) che Robert Plant ha creato assieme ad altri musicisti nel 1919.
In questo progetto Robert, come già visto più volte nella sua lunga carriera, riesce a fondere in una incredibile armonia diversi stili musicali distanti tra di loro.
Nel 2019 Robert aveva voluto fare questo esperimento con una serie di concerti a sorpresa in piccoli locali in giro per l’Inghilterra, Irlanda e Galles.
La musica di “Saving Grace” trae ispirazione dai paesaggi incantati ed i boschi del Galles, a cui Robert sembra particolarmente affezionato e dei quali mantiene il vivido ricordo.
Nel contempo che Robert è affascinato dal folk, questi sembra non voler dimenticare le sue radici blues dandone ancora sfoggio nelle sue esibizioni, nella modulazione della voce, naturalmente non più quella di un tempo, considerando che ormai il cantante ha raggiunto la bella età di 76 anni!
Quel Robert che tutti ricordiamo come il mitico frontman dei LED ZEPPELIN, dalla lunga chioma bionda e riccia, la camicia sbottonata e pantaloni aderenti e non da meno dalla voce unica, sensuale ed inimitabile, oggi lascia il posto ad un bel signore, composto ed elegante nei gesti e negli abiti ricercati e che ancora riesce ad incantare il suo pubblico.
Assieme a Robert troviamo sul palco Suzi Dian (voce), Oli Jefferson (percussioni), Tony Kelsey (mandolino, chitarra baritone e chitarre acustiche) e Matt Worley (benjo, chitarre acustiche e baritone, cuatro).
Certo ne è passato del tempo dal 1980 quando i LED ZEPPELIN si sciolgono dopo la morte del batterista John Bonham, detto Bonzo e Robert è il primo ad opporsi alla sua sostituzione. A prescindere dall’affetto fraterno che li legava da anni, Robert sostiene che senza Bonzo la band non avrebbe mai più ritrovato quella chimica e quell’equilibrio che l’avevano sempre caratterizzata.
Ma per Robert la musica è una ragione di vita e dopo quel momento così tragico, si mette subito a lavoro per risorgere come una fenice in una brillante carriera solista.
Gli altri due membri superstiti Jimmy Page e John Paul Jones, con i quali Robert manterrà sempre un rapporto di salda amicizia, pur dedicandosi anche loro alle carriere soliste e a molti altri progetti musicali, non riusciranno a raggiungere i suoi risultati.
Negli anni che seguono fino ai giorni nostri Robert pubblica a partire dal 1982, 11 album da solista, un EP ed un disco dal vivo con Jimmy Page e due dischi con Alison Krauss.
In questi giorni in Italia Robert è stato accolto con affetto e non soltanto dal pubblico intervenuto ai concerti. Ovunque è andato ha ricevuto applausi, ovazioni e omaggi.
Robert è stato cortese e disponibile con tutti : chi ha potuto ha rubato una foto, per strada, al ristorante, in qualsiasi posto il cantante si trovasse.
Naturalmente molti di questi momenti sono stati immortalati in svariati post sui social.
Ci auguriamo che questo non sia l’ultimo tour in Italia di Robert Plant.
Mentre ancora possiamo gustarci le rimanenti date, confidiamo già di poterlo ancora ascoltare in altri concerti in futuro, chissà magari continuando a sperimentare altra musica in nuovi progetti.