La mattina dell’8 gennaio 2013, era per me l’inizio di una tranquilla giornata invernale, ma credo che non la dimenticherò mai. Ero in macchina ed ascoltavo un disco di DAVID BOWIE, precisamente “Heroes”, visto che era anche il giorno del suo compleanno, rapita ancora una volta dalla sua indiscutibile bellezza, e pensavo a Berlino, alle sue strade, al muro e naturalmente a lui, da sempre il mio idolo, il mio mentore.
Non riuscivo più a rassegnarmi: dieci anni di silenzio erano davvero tanti mentre, le sue apparizioni pubbliche diventavamo sempre più rare. Mi mancavano il suo umorismo e il suo sorriso, oltre per scontato a della nuova musica.
Più tardi in quella mattina avrei appreso da internet che BOWIE si era deciso a pubblicare un nuovo singolo : “Where Are We Now?”. Mi univo ai cori degli altri affezionati fan di tutto il mondo nell’ascolto commosso di questo “miracolo”, così intenso nella sua assoluta semplicità.
Nel marzo del 2013 sarebbe uscito “The Next Day” il nuovo album. Da allora ad oggi le sorprese o colpi di scena sono stati molti e non per ultima la notizia ufficiale che BOWIE non tornerà mai più in tour. A quanto pare, preferisce solo continuare a far musica e arte in studio anche se non ha mai smesso di creare mistero intorno a se.
A quasi tre anni di distanza, esce il 19 novembre scorso, il nuovo singolo “Blackstar”, cui seguirà un attesissimo nuovo album con il medesimo nome, che sarà pubblicato l’8 gennaio 2016.
La prima del singolo è stata accompagnata da un sorprendente video simbolista (potete guardarlo qui su), di ancora non facile interpretazione , diretto da Johan Renck.
Blackstar, è mistico, avvolgente, quasi raggiunge il sublime. Poi si fa jazz, si fa rock, si fa come solo BOWIE sa essere.
La voce di BOWIE è sofferta e vibrante e continua a ripeterci: “Sono una Stella Nera”, quasi volesse darsi una nuova identità. L’arrangiamento del brano è senz’altro di alto livello.
Anche per questo singolo ed album, BOWIE si avvale della magistrale collaborazione del produttore ed amico fraterno Tony Visconti. L’uomo che insieme a lui negli anni 70, cambiò il corso della musica con la cosiddetta “Trilogia Berlinese” con gli album Low, Heroes e Lodger.
Visconti ci racconta che per il singolo ed il nuovo album è stata utilizzata la stessa squadra che aveva collaborato con loro nel novembre 2014 per il singolo Sue, che sarà incluso nell’album.
E’ il frutto di una session con Maria Schneider ed i suoi musicisti. Si tratta del sassofonista Donny McCaslin, del chitarrista Ben Monder, del batterista Mark Giuliana, del bassista Tim Lefebvre ed infine del tastierista Jason Lindner.
Ecco quindi cosa accade quando dei jazzisti così professionali lavorano in un album di un artista come DAVID BOWIE. Il jazz ora si mischia al rock e viceversa, come se alla fine i due generi trovassero una ventata di aria nuova.
Del resto il jazz è un vecchio amore di BOWIE, il quale non ancora ventenne negli anni 60 frequentava alcuni jazz club di Londra, controcorrente alla Beat Generation e alla Swinging London, prendendo lezioni di sassofono e sognando di diventare come JOHN COLTRANE.
Major Tom è morto, no risorge a nuova vita come DAVID BOWIE, la più grande ed ineguagliabile fenice del rock. La sua Stella Nera vive di luce propria e non si estinguerà mai.