METALLICA

1979: l’anno del successo planetario per i MOTÖRHEAD.

Formatisi solo quattro anni prima dalle ceneri degli HAWKIND, la famosa “band felice” di Lemmy, che lo cacciò per possesso di anfetamine (ironia della sorte) dopo che venne rinchiuso in carcere per cinque giorni, i MOTÖRHEAD sono, come da manuale (ma non ai tempi!), veloci e rumorosi per molti, innovativi per altri.

Dopo qualche assestamento, la nuova lineup della band – considerata da molti quella “classica” dato tutte le hit che ha sfornato – è composta finalmente da Phil Taylor (solo più tardi nominato “Philty Animal” Taylor) alla batteria, Kilmister al basso e “Fast” Eddie Clarke alla chitarra, nel gruppo fino al 1982. La Bronze Records è la fortunata casa discografica che sosterrà Snaggletooth e seguaci nel periodo d’oro.

Così tra marzo e ottobre dello stesso anno, i MOTÖRHEAD sfornano due capolavori che diverranno poi pilastri dell’heavymetal con successi incisivi al pari di Anarchy in the U.K. dei SEX PISTOLS per il punk e Smells Like Teen Spirit dei NIRVANA per il grunge: Overkill e Bomber.

Fan vecchi e nuovi di tutto il mondo si mettono quindi in ascolto e, tra i molti divenuti successivamente rockstars grazie anche a quei dischi, c’è Kirk Hammett, il futuro chitarrista dei METALLICA.

“Nel 1979, quando avevo 16 anni e sentii Overkill per la prima volta, pensai che fosse la musica più veloce che avessi mai sentito così dissi a tutti i miei amici che i MOTÖRHEAD erano la band più veloce del Paese”. Dagli albori della loro carriera, i METALLICA suoneranno lo stesso pezzo più volte live.

“Lemmy era il migliore dei gentiluomini” racconta il chitarrista a Rolling Stone. Hammett continua poi spiegando come l’immagine di Lemmy cambiò il suo modo di essere e apparire fino a rendere “ok l’essere diversi”.

“Quando vidi per la prima volta in foto com’erano questi tizi, notai che avevano una certa autenticità. Pensai che seguissero lo stile di vita che vestivano e che vestissero il loro stile di vita. Mi ricordo di aver realizzato proprio in quel momento il fatto che fosse ok essere diverso e non sentirmi come se dovessi conformarmi a ciò che faceva parte della vita da teenager perché chiaramente i ragazzi dei MOTÖRHEAD della foto non sembrava si stessero conformando a niente! E ragazzi, sembrava visivamente e musicalmente come se davvero si stessero godendo il loro modo di essere, come risultato. Così ho imparato molto da quella foto e dal loro sound potente e dalla loro attitudine”.

Kirk continua poi ringraziando i membri originali della band nel ’79.

“Devo ringraziare Lemmy, Fast Eddie e anche Philty Animal, recentemente scomparso, per l’ispirazione, la scintilla e il fuoco che sentii così fortemente quella notte del 1979. Quell’ispirazione sarà sempre con me e possa la musica dei MOTÖRHEAD continuare a vivere!”

lemmymetallica

Anche Lars Ulrich, batterista dei METALLICA, ex roadie dei MOTÖRHEAD, ha condiviso le sue memorie a proposito del suo incontro con Lemmy e la band nel lontano 1980 precisando come l’appellativo “eroe” riferito al frontman non sia stato un’esagerazione.

Il gruppo ha descritto il bassista come il loro eroe e ha aggiunto “Lemmy, sei una delle ragioni primarie per cui questa band esiste”. Anche Lars aveva 16 anni quando si ritrovò a faccia a faccia con gli Dei del rock’n’roll.

Passai due notti a Londra” racconta a Rolling Stone. “Quando arrivai lì e feci il check-in con un mio amico che conosceva il manager della band, lui mi disse: ‘I Motörhead stanno provando quindi se vuoi incontrarli, scendi e guarda se riesci a trovare qualcuno di loro!’. Fu un consiglio da niente. Scesi nello studi e in mezz’ora mi ritrovai seduto nella loro stanza con Lemmy, Phil Taylor e Eddie Clark. Eravamo solo io e loro e loro stavano scrivendo le canzoni per il nuovo album. Mi ricordo che stavano parlando di questa nuova canzone chiamata “Iron First”. Erano la più grande band di tutta l’Inghilterra e io ero seduto lì con loro, nella fottuta sala prove a scrivere canzoni per il nuovo disco! Mettiamola in questa fottuta prospettiva.”

lars lemmy

Ulrich continua raccontando di come, una volta tornato a casa, una settimana più tardi, richiamò James Hetfield e gli propose di formare una band. Hetfield e [Ron] McGovney, già compagni nei Phantom Lord, avevano già fatto un’audizione a Lars mesi prima senza mai richiamarlo perché, a detta del cantante, il batterista era pessimo e la sua batteria continuava a cadere a pezzi.

Tornai a casa, lo chiamai e gli dissi: ‘Dobbiamo formare una band insieme. Sono appena uscito con i Motörhead. Me lo sento, è un segno del destino”. Lars racconta di James come “un ragazzino che avevo incontrato solo sei mesi prima, un tipo figo ma non uscì nulla dal nostro incontro!”. Almeno finché non formarono i METALLICA.

C’era questa apertura a lasciar entrare le persone nel giro che mi motivò” spiega il batterista danese. “Eravamo solo un gruppo di ragazzi persi che volevano appartenere a qualcosa di più grande di loro stessi.

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Giulia Rettaroli nasce nel 1996, milanese doc, e si diploma perito turistico appassionandosi sin da subito a lingue e culture straniere. Allo studio si affiancano naturalmente la passione per il cinema (sci-fi e classici del genere horror in primis) e per la musica. Dischi, biografie, documentari, vecchi numeri di Melody Maker e Rolling Stone trovano posto tra chitarra e amplificatore e si moltiplicano negli anni alla scoperta del sound di artisti come Led Zeppelin, Black Sabbath, Beatles oltre che di Pink Floyd, Motörhead, Nirvana e via dicendo. Personalità come Frank Zappa e Lester Bangs incidono inoltre fortemente nel suo senso critico. Oggigiorno si diletta nello studio del danese, nel collezionismo di dischi che hanno fatto la storia della musica e, naturalmente, nella scrittura di recensioni et simili.

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