BONO VOX

Sono davvero sconvolgenti le recenti dichiarazioni che Bono Vox ha fatto al podcast di Awards Chatter di The Hollywood Reporter e che sono state filmate dalla BBC.

Della serie come ti crolla in un mito, in questo insolite confessioni, Bono afferma di sentirsi tremendamente imbarazzato nell’ascoltare il suono della sua voce al punto di arrossire visibilmente. Soprattutto in alcuni dei primi dischi quali l’album di debutto della band, “Boy” (1980, dove considera il suo modo di cantare non abbastanza macho).

È incredibile solo pensare che Bono possa aver esternato tali perplessità, dal momento che a memoria collettiva (nonché della sottoscritta) Bono è da sempre considerato uno dei frontman ed una delle voci più  significative della scena rock degli ultimi oltre trent’anni.

Persino alcuni colleghi ne invidiavano l’estensione particolarmente, nel periodo d’oro degli U2 per eccellenza e cioè quello che va della seconda metà degli anni 80 ai primi anni 90.

Poi, negli anni successivi, la musica pop/rock prende altre direzioni e la band sembra perdere vigore pur rimanendo un grosso nome internazionale e comunque di rilevanza nella storia della musica moderna.

Ma a quanto pare a Bono Vox, così come a David Howell Evans più conosciuto come “The Edge”, il chitarrista del gruppo, anche il nome U2 crea loro disagio.

Fu dato loro dall’amico, musicista punk e grafico Steve Averill, (Averill ha realizzato tutti i design delle copertine degli album degli U2) e dal un amico di famiglia di Adam Clayton, il bassista degli U2; dal nome di un aereo spia americano cosa che doveva essere di buon auspicio forse prevedendo che avendo a che fare con l’America ed essendo un mezzo di trasporto impegnato per lunghe distanze, il gruppo avrebbe viaggiato molto e si sarebbe fatto molto amare oltre oceano, come appunto è avvenuto.

Inoltre era un nome breve, facile da ricordare e che stava bene sulle magliette.

Non si può aggiungere altro, al dato di fatto che per anni gli U2 ci hanno regalato ore di musica, in una longeva carriera fatta su tutto, di milioni di dischi venduti, di milioni di fan in tutto il mondo e stadi sold out.

Quanti di noi li hanno amati cantando in coro brani indimenticabili quali “Sunday Bloody Sunday”“Pride”“With Or Without You”, solo per citare tre tra i più di famosi, ma ce ne sono molti altri, sopra i quali Bono sembra apprezzare soltanto “Vertigo”.

La voce di Bono Vox ed il sound tipico degli U2, hanno influenzato moltissimi altri gruppi, dagli stessi loro contemporanei emergenti negli anni 80 così come anche diverse band del grunge e dell’alternative rock fino si può dire ai giorni nostri.

Ci auguriamo tutti che Bono ci ripensi e rifletta e magari ci dia qualche altro chiarimento in merito.

Si ricordi che la troppa modestia e l’insofferenza uccidono ed in alcune situazioni, possono essere addirittura interpretate come una mancanza di riguardo verso gli altri. 

Che Paul David Hewson si sia pentito anche del nome d’arte Bono Vox?

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Marcella D’Amore è artista/pittrice Italiana. Nasce a Roma nel 1965 e si diploma al II Liceo Artistico Statale di Roma nel 1983. Dopo il liceo comincia subito a dipingere, indirizzandosi verso uno stile figurativo paesaggistico. Tra il 1984 ed il 1987 si trasferisce a vivere a Londra ed una volta rientrata a Roma, frequenta le gallerie e i centri culturali della capitale. Dagli anni 90 ai 2000, partecipa a diverse collettive e mostre personali. Durante questo periodo un’altra delle sue passioni, quella per il cinema, cresce con sua grande soddisfazione. Diventa dunque attrice e figurante in film come : ” La Passione di Cristo” di Mel Gibson, “Ocean’s Twelve” di Steven Soderbergh , “Mission Impossible 3” di JJ Abrams , nella serie tv “Roma ” e in un gran numero di fiction e film italiani. Nel 2007 si trasferisce nelle vicinanze di Termoli, Molise. La sua pittura che fino ad allora aveva rappresentato soggetti di giardini inglesi, campagne in fiore, marine con barche a secco, trabocchi; ha una svolta con un cambiamento di stile radicale nel 2011, quando nella sua ambizione di sperimentare nuove tecniche, si orienta verso l’arte astratta sfociando nel simbolismo e nell’informale e soprattutto nella pop art, che sta tuttora sviluppando in un progetto dedicato principalmente al mondo della musica.

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