nirvana

Sembrano non trovare tregua gli ex membri dei NIRVANA.

Dopo aver vinto, con altri imputati ed in primis gli eredi di Kurt Cobain, la prima trance della causa per pedopornografia da parte di Spencer Elden (l’ex bambino della copertina di “Nevermind”, di cui ricordiamo lo scorso anno si celebravano i 30 anni dalla pubblicazione), ora è la volta del famoso logo, ovvero la storica faccina distorta sorridente con la linguetta, da tutti conosciuta come “Smiley”.

Un vero e proprio simbolo del grunge oltre ad essere l’emblema della band, la cui paternità è stata sempre ed unicamente attribuita a Kurt Cobain, come da storia conosciuta, creata nel 1991 e depositata come marchio registrato due anni dopo.

A tale proposito, proprio lo scorso lunedì la Nirvana LLC, società che cura i diritti della band, ha respinto la  dichiarazione del grafico Robert Fisher, il quale sostiene di essere lui l’inventore dello smiley.

Robert Fisher, che nei primi anni 90 era il direttore artistico della Geffen Records, ovvero l’etichetta della band, dice con documentazione alla mano, di aver disegnato lo smiley nel 1991, mentre frequentava l’ultimo anno all’Otis Collage.

Poiché erano soltanto delle prove grafiche, non è stato difficile attribuirle invece a Cobain, che come sappiamo, oltre a musicista, compositore e poeta, era anche un notevole e versatile artista grafico e pittore, seppur a livello dilettantistico.  

Ma giustamente i legali della band, hanno evidenziato che in 30 anni, da quando il logo è divenuto ufficiale, Fisher non ha mai dimostrato nessun interesse per la cosa e ne di conseguenza avanzato alcuna pretesa. Questi, hanno dunque presentato un documento che attesta di essere loro gli unici detentori dei diritti sul disegno.

E’ in agguato una nuova disputa che sarà molto dura per Fisher.

Ricordiamo anche una precedente a questa, sulla stessa tematica, quando lo stilista Marc Jacobs, creò una versione del logo e la inserì in una collezione, la “Bootleg Redux Grunge”, dedicata appunto al grunge e agli anni 90 (2018). Anche in quell’occasione i NIRVANA fecero valere i loro diritti, dichiarando che l’immagine apparteneva solo ed unicamente a Kurt Cobain e che il copyright spettasse soltanto a loro.

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Marcella D’Amore è artista/pittrice Italiana. Nasce a Roma nel 1965 e si diploma al II Liceo Artistico Statale di Roma nel 1983. Dopo il liceo comincia subito a dipingere, indirizzandosi verso uno stile figurativo paesaggistico. Tra il 1984 ed il 1987 si trasferisce a vivere a Londra ed una volta rientrata a Roma, frequenta le gallerie e i centri culturali della capitale. Dagli anni 90 ai 2000, partecipa a diverse collettive e mostre personali. Durante questo periodo un’altra delle sue passioni, quella per il cinema, cresce con sua grande soddisfazione. Diventa dunque attrice e figurante in film come : ” La Passione di Cristo” di Mel Gibson, “Ocean’s Twelve” di Steven Soderbergh , “Mission Impossible 3” di JJ Abrams , nella serie tv “Roma ” e in un gran numero di fiction e film italiani. Nel 2007 si trasferisce nelle vicinanze di Termoli, Molise. La sua pittura che fino ad allora aveva rappresentato soggetti di giardini inglesi, campagne in fiore, marine con barche a secco, trabocchi; ha una svolta con un cambiamento di stile radicale nel 2011, quando nella sua ambizione di sperimentare nuove tecniche, si orienta verso l’arte astratta sfociando nel simbolismo e nell’informale e soprattutto nella pop art, che sta tuttora sviluppando in un progetto dedicato principalmente al mondo della musica.

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