METALLICA

Sono trascorsi ben 35 anni dalla pubblicazione del mitico album dei METALLICA  “Master of Puppets”.

E’ il 3 marzo 1986, e mentre la new wave britannica la fa da padrone invadendo gran parte del mercato internazionale, l’hard rock, l’heavy metal and il thrash metal continuano il loro percorso ed ascesa che li farà sopravvivere praticamente fino ai giorni nostri.

Per celebrare in pieno l’avvenimento i METALLICA si sono esibiti al  The Late Show With Stephen Colbert eseguendo la traccia di apertura dell’album, “Battery”.

Hanno scelto come sfondo lo stesso del fortunato Damage Inc. Tour di quegli anni, un tour anche piuttosto lungo per l’epoca e che vide i METALLICA impegnati dal marzo 1986 al febbraio 1987, con un gran numero di date negli Stati Uniti ed in l’Europa, toccando anche il Giappone. Nel nostro paese una sola data al Palatrussardi di Milano, il 21 gennaio 1987.

Oggi, “Master of Puppets” è ampiamente riconosciuto come l’album che ha spinto il thrash metal nel mainstream.

Il brani dell’album sono esplosivi ma arrangiati con cura. Un lavoro molto meticoloso soprattutto nei riff e nel modo innovativo di suonare la chitarra con ritmi talvolta simili al suono di una mitragliatrice, con pause o stacchi tipici ormai del genere.

Gli otto brani sono quasi tutti di durata consistente. “Master of Puppets”, “Disposable Heroes” e “Orion”, superano gli otto minuti.

Prima di entrare in studio, Lars Ulrich ha dovuto prendere lezioni di batteria per migliorare il tempo e agilità e il chitarrista Kirk Hammett ha collaborato con il suo vecchio insegnante di chitarra, Joe Satriani, per alcuni suggerimenti. La prima canzone che James Hetfield e Ulrich scrissero nella loro casa fatiscente a El Cerrito, in California, fu “Battery”, seguita poco dopo da “Disposable Heroes”.

Il title track “Master Of Puppets”, si rivela un brano subito particolarissimo ed epico. Ricorda forse i QUEEN nei loro primissimi album, e come una “Bohemian Raphsody” rivisitata al metal, si suddivide in diverse fasi, alternando il rock più duro a momenti altamente melodici.

Certo Hetfield non ha nulla a che vedere con Freddie Mercury, ma da sempre è riconosciuto possedere una gran voce, molto espressiva e versatile e questo album ce lo dimostra in pieno.

“Master of Puppets” rimase nella classifica degli album di Billboard per 72 settimane e il 4 novembre 1986 i METALLICA ottennero il loro primo disco d’oro. Tragicamente, il bassista della band Cliff Burton non visse abbastanza a lungo per ricevere il premio. Il 27 settembre 1986, Burton morì quando il tour bus della band si schiantò e si rovesciò nella contea di Kronoberg, in Svezia. Burton, che in quel momento dormiva nella sua cuccetta, cadde dal finestrino e rimase schiacciato sotto il veicolo. La band aveva una data a Solna, in Svezia, e la successiva sarebbe stata a Copenaghen, in Danimarca.

Questa tragica e prematura morte a soli 27 anni, fa si che Burton, sia anche lui parte del famoso Club del 27.

Burton aveva dato un gran contributo nella lavorazione del brano “Orion”, che diventò il suo canto del cigno. Dice Kirk Hammer, in proposito :

“Era un grande pezzo di musica, e aveva scritto l’intera sezione centrale. In qualche modo ci ha dato una visione in quale direzione si stava dirigendo. Se fosse rimasto con noi, penso che sarebbe andato oltre in quella direzione. Il nostro suono sarebbe diverso se fosse ancora qui. “

Dopo il funerale di Burton, il 7 ottobre 1986, i METALLICA decisero di continuare con un nuovo bassista e cominciarono le audizioni nell’ultima settimana di ottobre. Jason Newsted, appassionato fan dei METALLICA e membro di FLOTSAM AND JETSAM, fu assunto subito dopo e debuttò per la prima volta con la band, l’8 novembre 1986 a Reseda, in California.

Il 27 luglio 1988, “Master of Puppets” ottiene disco di platino dalla RIAA. L’album continuaa a vendere moltissimo anche negli anni successivi ed è nuovamente, questa volta, doppio disco di platino nel 1° marzo 1991. Ne seguono altri : 28 giugno 1994, triplo platino; 3 novembre 1997, quadruplo platino; 18 novembre 1998, quintuplo disco di platino; e il 9 giugno 2003, sestuplo platino.

Ricorda Hammet a proposito dell’uscita dell’album e che oggi chiunque definirebbe le classiche “ultime parole famose”:

“Ricordo di aver tenuto il disco tra le mani e di aver pensato, ‘Wow, questo è un fottuto album fantastico, anche se non vende nulla, non importa perché è come una grande dichiarazione musicale che noi abbiamo appena creato.

Ma poi si ricrede aggiungendo:

“Ma sentivo davvero che avrebbe superato la prova del tempo, così come ha poi fatto”.

Nel novembre del 2017 la band ha pubblicato l’album rimasterizzato e successivamente presentato in varie altre edizioni.

L’edizione deluxe comprende concerti inediti, interviste e demo.

Nota : non ho trovato molte foto, ma magari inserisci nel testo quella della prima formazione con Burton e quella di Burton stesso. Fai tu. Intanto ti invio queste ed il video.

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Marcella D’Amore è artista/pittrice Italiana. Nasce a Roma nel 1965 e si diploma al II Liceo Artistico Statale di Roma nel 1983. Dopo il liceo comincia subito a dipingere, indirizzandosi verso uno stile figurativo paesaggistico. Tra il 1984 ed il 1987 si trasferisce a vivere a Londra ed una volta rientrata a Roma, frequenta le gallerie e i centri culturali della capitale. Dagli anni 90 ai 2000, partecipa a diverse collettive e mostre personali. Durante questo periodo un’altra delle sue passioni, quella per il cinema, cresce con sua grande soddisfazione. Diventa dunque attrice e figurante in film come : ” La Passione di Cristo” di Mel Gibson, “Ocean’s Twelve” di Steven Soderbergh , “Mission Impossible 3” di JJ Abrams , nella serie tv “Roma ” e in un gran numero di fiction e film italiani. Nel 2007 si trasferisce nelle vicinanze di Termoli, Molise. La sua pittura che fino ad allora aveva rappresentato soggetti di giardini inglesi, campagne in fiore, marine con barche a secco, trabocchi; ha una svolta con un cambiamento di stile radicale nel 2011, quando nella sua ambizione di sperimentare nuove tecniche, si orienta verso l’arte astratta sfociando nel simbolismo e nell’informale e soprattutto nella pop art, che sta tuttora sviluppando in un progetto dedicato principalmente al mondo della musica.

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