E’ davvero un piacere ascoltare TOM MORELLO. Oltre ad essere un virtuoso e versatile chitarrista, lui ha davvero un grande talento di narratore. In una recente intervista su Metal Hammer, Tom Morello ricorda il suo primo, veramente singolare incontro con Chris Cornell, così come aveva già fatto, nell’ultima più ampia intervista al The Howard Stern Show, del febbraio 2021.
Nel gennaio del 2017 alla Teragram Ballroom di Los Angeles, Tom Morello aveva partecipato ad una reunion speciale degli AUDIOSLAVE, compresa nell’evento Anti Inaugural Ball dei PROPHETS OF RAGE, il supergruppo politicamente impegnato, formato da membri degli RAGE AGAINST THE MACHINE, PUBLIC ENEMY e CYPRESS HILL.
Avevano letteralmente infuocato la platea con tre brani: “Cochise”, “Like A Stone” e “Show Me How To Live” e quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto Chris Cornell vivo.
Dice : “”Non credo che mi riprenderò mai dalla sua scomparsa, ma abbiamo così tanti bei ricordi. Abbiamo suonato a questo show come Audioslave – il primo in 12 anni – a gennaio (2017).
Poter riconnetterci con lui, sia come amici che come collaboratori musicali, è qualcosa che sono così felice che siamo stati in grado di fare”.
Era l’anno 2000 ed i RAGE AGAINST THE MACHINE si stavano sciogliendo. Zach De La Rocha aveva abbandonato il gruppo, mentre gli altri, oltre Morello, Brad Wilk e Tim Commerford, volevano crearne un altro.
Morello era stato sempre un ascoltatore del grunge ed in particolare era un grande fan dei SOUNDGARDEN.
In quei giorni ascoltava moltissimo il loro album “Badmotorfinger”, un disco senza tempo, dove Chris Cornell aveva una voce strepitosa, quanto erano incredibili gli altri musicisti del gruppo e gli arrangiamenti dei pezzi.
Dice Morello :
“Chris aveva una voce fantastica, ma aveva una poesia oscura alla Edgar Allan Poe. Ci siamo chiesti come fosse veramente, quindi abbiamo deciso di andare a parlargli. Rick Rubin (che ha co-prodotto l’omonimo album di debutto degli Audioslave del 2002) è venuto con noi. Lui non è tipo da uscire di casa se non nella sua Rolls Royce o dentro un’altra Rolls Royce, ma io non avevo che il mio furgone stile grunge”.
Ciò nonostante Rubin accetta di salire e si dirigono verso casa di Cornell:
“Chris viveva a Los Angeles in cima all’ultima e più solitaria montagna, era il tramonto e la luce del sole stava calando e questa villa in cui viveva era inquietante da morire, i cancelli si aprivano come lo stile della famiglia Addams. Siamo entrati e c’era Chris, alto quasi 1,90, magro di corporatura, scuro di volto che scende lentamente le scale ed inizia a camminare verso di noi e Rick è impazzito e dice: ‘Cazzo! Andiamo via di qui!
Siamo rimasti invece, era il ragazzo più amorevole e generoso e siamo stati in una band per sei anni insieme. Questo è il mio primo ricordo di lui”.